Sicurezza sul lavoro. Ecco perché ti opprime
Probabilmente questo video non piacerà a molti.
Non parleremo di leggi, sentenze, soluzioni tecniche.
Vorrei condividere con te un concetto molto più elevato. Che ho chiuso con timore nel cassetto da un bel po’. Ora ho deciso di parlarne perché confido nella vostra apertura mentale.
Ti senti oppresso dalla sicurezza sul lavoro?
Leggendo i vostri commenti e parlando con imprenditori e lavoratori appare evidente tutto questo. L’apparato legislativo e burocratico italiano sembra opprimente. Probabilmente per come viene applicato. Sicuramente per come viene percepito nei tipici contesti in cui viviamo.
Credo che una domanda sia alla base della sensazione di oppressione che proviamo.
Ed è questa: “È obbligatorio?”.
E’ un meccanismo innato che scatta automaticamente in noi appena ci viene detto di fare qualcosa per la sicurezza. “…ma è obbligatorio?”.
Ed è una domanda “Bipartisan”, che mette d’accordo tutti.
Datori di lavoro in primis. Ma anche dipendenti.
Tutti chiedono: “è obbligatorio?”…
Perché se non è obbligatorio…
– Questa sicurezza sul macchinario non la installo
– Questo corso non lo faccio
– Questo DPI non lo indosso
Ma credo che sia la domanda sbagliata.
Quale potrebbe essere la domanda giusta?
Non saprei, forse: “è per il mio bene?”.
Chiedersi se è obbligatorio evoca in noi tutti gli alibi possibili:
– Quelli ergonomici: “le scarpe antinfortunistiche non si possono portare perché sono scomode”
– Quelli fatalisti: “tanto se deve succedere, succede lo stesso”
– Fino a quelli cospirazionisti: “perché quando entrano in azienda una multa la devono fare per forza”.
E’ così, veramente?
Forse sì, in alcuni casi potrebbe anche esserlo.
Ma non è una regola generale. Non può esserlo. Anche perché su questi argomenti si dice tutto ed il contrario di tutto.
Di una cosa sono abbastanza convinto: finché ragioneremo così, saremo ostaggi di noi stessi.
E la sicurezza sarà un qualcosa che subiremo passivamente e con fastidio, sia come datori di lavoro che come lavoratori.
Ed ecco quindi che i datori di lavoro se la prendono con lo Stato.
I lavoratori se la prendono con i capireparto.
I capireparto se la prendono con i lavoratori.
Lo Stato se la prende con le aziende.
In un circolo vizioso dove tutti sono contro tutti e tutti perdono.
Ogni cosa ci risulterà pesante ed estranea. Perché la motivazione che è alla base non è centrata.
Non sarà mai una nostra scelta.
Per il nostro bene.
E voi? Cosa ne pensate?