Strage in discoteca a Corinaldo. Di chi è la colpa?
Venerdì 7/12/2018. Corinaldo. Discoteca Lanterna azzurra. 6 morti.
DI CHI E’ LA COLPA?
Premessa doverosa.
Le cause effettive non si conoscono nel dettaglio e non possiamo fare il processo a chi non è ancora stato rinviato a giudizio.
Ma se oggi, (10 dicembre 2018), fate una ricerca di questo evento nella sezione notizie di Google, praticamente leggerete solo di spray al peperoncino.
Sembra quasi che la causa unica e diretta della morte dei malcapitati sia stato uno spray urticante.
Stop tutti. Due considerazioni.
Primo. Il comportamento di chi ha usato lo spray non è giustificabile.
Secondo. Probabilmente, se nessuno avesse spruzzato questo spray, non si sarebbe generato il panico e nessuno sarebbe morto.
Questo è vero.
Ma dalle notizie che i media stanno diffondendo, personalmente, sto avendo l’impressione che ci si sta concentrando molto sul mezzo e meno sulla causa.
Mi spiego meglio.
Ti faccio un esempio.
Assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Potremmo affermare che l’assassino sia il fucile dal quale è stato sparato il colpo di proiettile?
No. Quello è stato il mezzo. Non la causa.
Lo spray al peperoncino, dal mio punto di vista, è stato il mezzo che ha causato la calca.
Peraltro, la Legge impone al datore di lavoro di adottare preventivamente le misure di emergenza atte a fronteggiare le emergenze ipotizzabili.
Queste misure possono essere di tipo tecnico (come le vie di esodo, illuminazione di emergenza, protezione attiva e passiva antincendio, ecc.) e organizzativo (come l’adozione di idonee procedure di emergenza).
Il fatto che si perdesse il controllo della folla, poteva essere un’emergenza ipotizzabile?
20/02/2003
Rhode Island. Durante il concerto del gruppo Great White scoppia un incendio. 100 morti, 230 feriti.
22/11/2010. Cambogia
Festa dell’Acqua La festa dell’Acqua si trasforma in tragedia: 347 persone morte nella calca.
27/01/2013. Brasile.
Discoteca in fiamme: festa universitaria finisce con 231 morti.
30/10/2015. Romania.
Spettacolo pirotecnico causa un incendio. Nel tentativo di fuggire muoiono 64 persone e se ne feriscono 153.
Tutti i casi citati, e come questi molti altri, hanno una sola cosa in comune.
A causa dei motivi più disparati, una folla di persone in un ambiente chiuso è stata colta dal panico. Ha tentato di fuggire. Questa emergenza, per vari motivi di tipo tecnico e/o organizzativo (appunto), non è stata dovutamente fronteggiata. E delle persone sono morte.
Quindi la risposta è sì. L’emergenza poteva essere ipotizzata. Da chiunque.
Per cui, come spesso accade purtroppo, le cause potrebbero essere da ricercare:
- Nell’organizzazione del lavoro.
- Nella valutazione di quello che può accadere.
- Nell’adozione di misure per la gestione di queste emergenze.
- Nelle esercitazioni e nella formazione pratica di chi è addetto alla gestione delle emergenze.
Ed anche nella sensibilità del pubblico, dell’uomo della strada, del laico, del comune cittadino.
Se entri in un locale e ti rendi conto che c’è qualcosa che non va (forse non vedi estintori, non vedi uscite di sicurezza, e magari c’è anche sovraffollamento), puoi sempre decidere di andar via.
E’ un tuo diritto.
E la tua sensibilità, la tua cultura della sicurezza, la tua prudenza – a mali estremi – potrebbero anche salvarti la vita.